Jon Kalman Stefansson e i gatti

Oggi su Tutto Libri (inserto del sabato de La Stampa) Jon Kalman Stefansson racconta del mestiere di scrivere, della nascita di un romanzo e...di gatti.

" Scrivo per il mio gatto, rispose una volta il poeta svedese Werner Aspenstrom quando gli chiesero per chi scrivesse. Per il mio gatto. E' uno scherzo, ovviamente, un travisamento; a meno che invece non sia proprio la risposta più onesta a una domanda a cui è impossibile rispondere. Per chi scriviamo? Scrivo per non soffocare, disse un poeta islandese. In altre parole, perchè non posso fare altro, non riesco a farne a meno. Perchè respiro, perchè scrivo: per uno scrittore deve essere la stessa identica cosa. Ed è per questo che risulta impossibile rispondere. O se non altro, dare una risposta seria. Per questo Aspenstrom disse che scriveva per il suo gatto. Che, a pensarci meglio, è la risposta perfetta. Perchè gli autori non sono forse tutti dei gatti? Si fanno - devono farsi - i fatti loro, sono fedeli solo a loro stessi e a nessun altro, possono farti le fusa e graffiarti a sangue, sono affettuosi e infidi. Hanno occhi che vedono anche al buio. E hanno nove vite.
Ma a dire il vero, non è di questo che dovevo scrivere. Perdonatemi se sono andato fuori tema. Abbiate pazienza, sono un gatto."

Jon Kalman Stefansson è nato a Reykjavik nel 1963. Ex bibliotecario e insegnate, in Italia è stato pubblicato da Iperborea con cui esce anche l'ultimo romanzo, I pesci non hanno gambe.


https://iperborea.com/titolo/423/

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