Il nipotino annoiato di Fred Vargas

A me Fred Vargas piace un sacco. Ma piace in quel modo genuino e bambinesco, piace senza che me lo sappia spiegare razionalmente.


A me Fred Vargas piace come piace qualcosa di sciocco e imbarazzante, mi piace come mi piace annusare i libri prima di sfogliarli, come mi piace giocherellare con le orecchie del mio cane, come mi piace mangiare il gelato a letto e guardare un episodio di Miss Marple, come mi piace leccare il cucchiaino di marmellata e poi rimetterlo nel vasetto.

Mi piace di quel piacere tutto mio, quello che mi concedo senza pensare, che mi regala dieci minuti tutti all'infuori del mondo.

Lei scrive come se scrivesse al nipotino annoiato, così, buttando giù un paio di ideuzze in un pomeriggio di caldo afoso. E in effetti i suoi romanzi nascono quasi così, durante i ventun giorni di ferie che si regala ogni anno. Poi, nelle vacanze di Pasqua e di Natale rivede la prima bozza e conclude il testo definitivo.
Ho letto tutto quello che Einaudi ha fatto uscire in Italia, tutto Adamsberg e poi la trilogia degli evangelisti che ho amato molto.

Non ricordo la trama di uno solo dei suoi romanzi, lo confesso ora pubblicamente e, sembra ancora più sciocco, questo mi permette di rileggerli con quasi lo stesso entusiasmo della prima volta.
Lei mi piace, sì davvero, mi piace quella sua scrittura leggera e originale, quelle immagini poetiche e surreali che infila in mezzo senza che quasi te lo aspetti e dici perbacco! Come le è venuto in mente?
Mi piace il commissario Adamsberg del XIII arrondissement di Parigi, “spalatore di nuvole”, inafferrabile investigatore senza metodo alcuno. Il suo aiutante Danglard, colto alcolizzato padre amorevole. Mi piace Violette dal nome floreale e dalla stazza taurina.
Mi piacciono le sue storie, quel suo girovagare erudito e leggero per l'Europa, quel maneggiare la storia come fosse una trottola colorata. La sua capacità poetica senza alcuna velleità intellettuale.

Tempi glaciali è l'ultima uscita, tanto distante dagli ultimi romanzi per un'autrice così prolifica come la Vargas. Questa volta Adamsberg fa i conti con Robespierre e l'Islanda, con la messa in scena della Rivoluzione francese e con l'afturganga.


Non so dire di più davvero, so dire solo che leggere i suoi libri mi rende più lieve, mi lascio spingere a pedate nel suo cosmo spettinato, nelle sue storie stralunate.
Io sono quel nipotino un po' annoiato e lei mi intrattiene nei pomeriggi afosi.

https://www.einaudi.it/catalogo-libri/narrativa-straniera/narrativa-francese/tempi-glaciali-fred-vargas-9788806227739/










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