Un arabo buono


Un arabo buono esce in Israele nel 1983. A leggerlo oggi, riproposto (finalmente) da La Giuntina, pare non sia passata una settimana. Segno che l’argomento, una terra contesa da due popoli, continua ad essere attuale con la stessa forza di vent’anni fa. Se questo libro non invecchia è perché l’autore è in grado di proporre una prosa sempre presente a se stessa, gonfia di significato, ancorata all’oggi grazie ad un’impalpabile ma lucida preveggenza  che annuncia il domani.

È un libro da maneggiare con cura, da custodire come una pietra preziosa. Altamente esplosivo, come tutto il materiale che esce dalla penna di Kaniuk. 

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